Articolo disponibile anche in: Inglese

Con indosso l’immancabile grembiule, ci riceve al canto del fuoco la settantanovenne nonna Maria. Nella straordinaria cornice di Poggio al Bosco. Per svelarci una deliziosa ricetta natalizia.

Amante del rosato, è stata una delle prime donne a Tavarnelle a prendere la patente. Andando a Firenze, anche di notte. Ma non è finita qui. Negli anni Settanta e Ottanta guidava persino il trattore, perché il marito aveva problemi alla vista.

Una Costalli, come tiene a dire. Una signora d’altri tempi, dal temperamento forte. Che ha saputo mantenere in carreggiata, oltre ai mezzi di trasporto, anche la famiglia. Soprattutto dopo che è venuto a mancare il suo amato Primo.

“All’inizio stavo a San Vito, nella campagna di San Casciano – inizia la nonna Maria – Poi mi sono sposata nella zona di Malafrasca. Eravamo contadini e lavoravamo per la fattoria di Murlo. Tornati qua negli anni Sessanta, abbiamo avviato l’azienda agricola”.

“Coltivavamo il promiscuo – racconta – cioè un campo che alternava una fila di olivi ad una di viti. Il primo vigneto c’è stato solo nel 1966. Fino agli anni Novanta abbiamo venduto il vino ai privati, senza imbottigliarlo. Ora, con il bag in box, siamo tornati alle origini”.

“Prima il Natale si passava in famiglia – ricorda – Il menù consisteva in brodo di gallina, cappone e torta pesata, una sorta di crostata con uova, farina, zucchero nella stessa quantità, e della scorza d’arancia”.

“Andavo al mulino a Tavarnelle con il grano – prosegue – e tornavo con la farina.  L’edificio si trovava in quella che ora si chiama non a caso via del Mulino, sul retro della pasticceria La Golosa”.

“I regali non usavano né tantomeno l’albero – dice ancora – Facevamo il presepe alla chiesa e andavamo a vederlo la domenica, sia la mattina che la sera. Alla vigilia non mangiavamo carne. E il 25 alle 7.30 c’era la messa alla Pieve di San Pietro in Bossolo, un tempo parrocchia”.

“Nome che abbiamo dato con mia figlia e le nipoti – conclude la nonna Maria – il maiale briaco è una ricetta delle famiglie contadine per finire bottiglie già aperte. Per cucinarlo, ammazzavamo i maiali allevati qui, in mezzo al campo. Mangiarlo però era un lusso”.

Insomma un piatto tipico dei giorni di festa, fatto di pochi ingredienti, tutti a chilometro zero. Dove le cotture e le quantità si giudicavano ad occhio. In un’epoca in cui non c’erano le bilancine né i libri di cucina né tantomeno internet.

Oggi può essere replicato da tutte quelle donne (e uomini) che, durante la cottura, ne approfittano per esempio per terminare i preparativi natalizi. E che con un minimo sforzo vogliono ottenere un massimo risultato, stupendo i commensali.

La ricetta del maiale briaco

Ingredienti: scamerita di maiale tagliata a pezzetti; aglio, rosmarino, prezzemolo e semi di finocchio per il battuto; vino rosso, magari avanzato.

Come si prepara: passare i pezzetti della scamerita nel battuto e ricoprirli con il vino. Lasciare bollire per tre o quattro ore a fuoco lento. Accompagnare con insalata, radicchio o polenta. E, volendo, abbinare ad un buon merlot.

Noemi Bartalesi

Leggi altri articoli...