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“Con le api bisogna andarci calmi e decisi. Evitare movimenti bruschi, profumi e rumori forti. Insomma vanno trattate da signore”.

Queste le parole di uno storico apicoltore di Tavarnelle che si è fatto da sé. E ha dedicato tutte le energie a una grande passione: i suoi animali, fonte di una risorsa eccezionale, e i suoi prodotti, ottimi in bevande come latte, camomilla, tè, sui formaggi o, semplicemente, sul pane.

Settantasei anni, Valerio Fantacci ha appreso il mestiere dai libri e dai consigli di un esperto. E lo ha perfezionato con i moltissimi anni di esperienza. Rinunciando (volentieri) ad andare in vacanza, per lui le ferie sono nel campo con maschera, tuta e guanti.

“Negli anni Cinquanta – inizia Valerio, con accanto la moglie Carla, che lo ha sempre affiancato – facevo succhiare i favi alle api in un podere. Ma non erano mie. Dopodiché ho fatto altri lavori: tra questi, mi sono occupato della nostra ditta di maglieria”.

11-centrifuga“Nel 1980 comprai un terreno a Magliano, poco fuori da Tavarnelle –  racconta – Quando trovai uno sciame attaccato ad un olivo, mi tornò la voglia. Così acquistai tre arnie da Bruno Catarzi, vecchio apicoltore, e con il suo aiuto mi sono ingrandito. Fino ad averne addirittura cento”.

“Adesso ne ho una settantina – prosegue – in varie proprietà: qui (strada Cassia sud 5, seconda casa) dove ho il laboratorio autorizzato, a Magliano, nel comune di Certaldo, sul poggio di San Polo in Chianti e in Porcignano (Radda in Chianti)”.

“Da novembre a marzo – spiega – le api si lasciano riposare. A marzo si controllano e si equiparano: se una è più forte, le si toglie un favo di covata e lo si mette a quella più debole, e viceversa. Ad aprile c’è la riproduzione: all’apicoltore spetta non farle sciamare”.

“Ad inizio giugno – dice ancora – si toglie il primo miele, di acacia e raramente di erica. A fine mese il tiglio. Fra luglio e agosto il castagno, il millefiori e la melata, i più tipici di questa zona. Poi il miele viene messo a riposare nei maturatori per una decina di giorni, imbarattolato ed etichettato”.

“Oltre alla vendita diretta (il numero è 333 4345859) – conclude Valerio – sono al mercato di San Casciano, all’ingresso del campo sportivo: al mio banco si possono trovare miele, cera d’api, olio, noci, mele e ortaggi. In più faccio l’uva, che porto alla Cantina Sociale Valvirginio a Montespertoli”.

Noemi Bartalesi