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Debutto toscano con il botto per Rural Festival, la mostra-mercato nata sulle colline parmensi e dedicata a produzioni di agricoltori e allevatori di antiche varietà animali e vegetali. Grande soddisfazione per produttori, organizzatori e visitatori che conferma l’impegno costante del movimento Rural nel riportare in auge le tante eccellenze biodiverse

Un gemellaggio ben riuscito: il debutto in terra senese non poteva essere migliore. Anche l’edizione Toscana del Rural Festival ha infatti fatto registrare un grandissimo successo.

Nelle due giornate di sabato 17 e domenica 18 settembre, nella piazza e lungo le vie principali di Gaiole in Chianti, luogo di mercato famoso già a metà del Duecento e centro vinicolo di villeggiatura, sono accorsi in diverse migliaia per rendere omaggio alla biodiversità. Non solo visitatori locali e toscani, tanti arrivati da altre province (anche da Parma) e diversi stranieri.

Un trionfo di profumi e sapori nelle decine di prodotti provenienti da tipologie di piante e di animali che il tempo e il “modernariato industriale” hanno messo in disparte favorendo soluzioni più veloci e pratiche.

Grandi tensostrutture hanno così ospitato prodotti di agricoltori e allevatori selezionati e rappresentativi di antiche razze animali e varietà ortofrutticole toscane ed emiliane, come legumi tipici di Toscana (fagiolo Zolfino, Coco nano e cece rosa), formaggi e pecorino a latte crudo di pecora massese, pane nero fatto con grani antichi come Inalettabile, Sieve e Andriolo, la Marocca di Casola (un piccolo pane di montagna con impasto di farina di castagne, grano e patate), polenta Formenton Ottofile Garfagnana, schiacciata con l’uva, olio extra vergine di Olivastra Seggianese (dal sapore delicato, un perfetto equilibrio tra amaro e piccante, che piace tanto anche ai bambini) pasta fresca e secca (trafilata al bronzo e con essicazione naturale), testaroli al farro della Lunigiana, prosciutto e porchetta di suino di Cinta Senese, patata rossa di Cetica (ideale per gli gnocchi), vini da vitigni autoctoni come Mammolo, Ciliegiolo, Pugnitello, Sanforte, Colorino, Malvasia Nera, Canaiolo e Fogliatonda, vini con Sangiovese in purezza e vin santo di Malvasia del Chianti.

La rappresentanza emiliana comprendeva un altrettanto ricco tripudio di prodotti della tradizione, con varietà oggi ai più sconosciute. Prosciutto di maiale nero, yogurt e formaggi ottenuti da rare razze appenniniche, il grano del Miracolo con cui si produce un pane speciale con orzo, latte di asina ma anche gelato e cosmetici prodotti con questa materia prima, il Tortél Dóls dal ripieno di mostarda a base di pere nobili, anguria bianca e mele cotogne, frutta antica da mostarda e il pomodoro Riccio, una coltivazione storica della val Parma, di cui si è ripresa la valorizzazione, promuovendo l’intero ciclo dell’ortaggio dal prodotto fresco a quello trasformato in conserva (dolce e molto digeribile). E ancora marmellata (anche senza zucchero) di prugna Zucchella, miele di Tiglio, ma anche varietà vinicole, come la storica Fortana del Taro e il Lambrusco.

Un’altra zona esponeva una preziosa e variegata rappresentanza di frutta antica a cura del professore Enzo Melegari, dell’associazione agricoltori e allevatori custodi di Parma ma anche piante di antiche varietà esposte da un’azienda toscana.

Rural Festival non è però solo cibo: come nell’edizione parmense, un’altra area sempre di grande richiamo soprattutto per i più piccoli, è stata dedicata agli animali di antiche razze, disposti nei loro recinti bianchi. Come il suino di Cinta Senese, la pecora Cornigliese, Massese e Garfagnina, il cavallo Bardigiano, l’asino Romagnolo e Amiatino, la vacca Chianina, la pecora Massese e pecora e capra Garfagnina, la gallina Valdarnese.

E poi tanta didattica tra caccia al tesoro e laboratori dedicati al pane, alla pasta e alle api. E antichi trattori prodotti tra gli anni Trenta e Cinquanta a colorare e incorniciare le vie, di grande attrattiva non solo per i piccini, soprattutto nei momenti di messa in funzione sul posto.

Al visitatore è stato proposto il mondo rurale nelle sue diverse sfaccettature, coinvolgendolo attivamente con canti e balli della tradizione che hanno gioiosamente animato il centro storico.