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Ci scuseranno gli amici lettori se anche per questa “Lettera da Panzano” usiamo il preambolo della precedente, cioè di quelle chiacchiere paesane scatenate spesso da scherzi di buontemponi nullafacenti in afose giornate estive, e che, rotolando di bocca in bocca si trasformano spesso in vere e proprie leggende metropolitane.

La storia di oggi, della scimmia “sciolta” per i poggi, è vera garantita. Risale agli ultimi anni del 1980.

A Cavriglia, il Comune toscano più rosso d’Italia, era stato creato un bellissimo parco boschivo dotato di zoo. Gli animali, offerti in dono, quasi un gemellaggio, da zoo di paesi di oltre cortina: lupi siberiani, bisonti, macachi giapponesi, un grosso orso bruno e altra strana fauna.

Insomma il Parco di Cavriglia era meta di belle scampagnate; univa frescura, acqua e aria pura, unite a esotiche attrazioni. Ma…

D’improvviso circolano voci allarmate: “E’ scappato un lupo dallo zoo e ha mangiato le pecore a un pastore!”. Vero o falso?.

Ma una scimmia è scappata sul serio e vagando per i poggi, avvistata qua e là, scollinando a suo piacere, da Lucolena a Lamole, finì a Panzano.

Fu grande lo spavento dei ragazzi che scappavano impauriti gridando per le strade del paese: “Abbiamo visto uno scimpanzé!”.

L’evasa, chissà come, era finita sul tetto della signora Anna Rava, al Poggio, che allarmata dall’abbaiare dei cani l’aveva scorta affaccendata a levar tegole.

Avvicinatisi con una scala, per cercare di farla scendere, l’avevano allettata con delle mele, la prima l’aveva gradita, con la seconda aveva fatto tiro a segno alla testa dello scalatore! Anna dovrebbe avere anche una foto dell’evento.

Poi la scimmia prese dimora alla Fonte della Selvolina, dove i ragazzini in vacanza, ormai senza paura, andavano a portarle banane e noccioline.

La scimmia fuggitiva se ne stava beata: acqua fresca, chicche e coccole. Si godette una bella vacanza prima di essere riportata allo zoo.

Fu lei la reginetta delle conversazioni estive.

Ci dicono che nello Zoo ormai smantellato sia rimasto solo il vecchio Bruno, l’orso quarantenne!

Noi la sappiamo così. Chi ne sa di più parli. O taccia per sempre.

Miriam Serni Casalini e Dario Cecchini