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Una macelleria unica nel suo genere. In cui si può non solo acquistare prodotti eccellenti, ma anche fermarsi a mangiarli… sul posto.

Giunta ormai alla terza generazione, l’intraprendente Massimo Francini ha aggiunto un tocco di innovazione alla bottega tradizionale. Creando un servizio di ristorazione davanti ai giardini della Sambuca, in quella che tutti chiamano “piazza Gramsci”.

Accompagnata da un buon bicchiere di vino (altro must targato Francini), la specialità la carne cruda. Si tratta di una filosofia particolare che richiede molte attenzioni. Ma della precisione e l’esperienza di Massimo ci si può proprio fidare.

“Fondata dal nonno Ilvo negli anni Sessanta – inizia Massimo Francini – l’attività è stata portata avanti dal mio babbo Enzo e da me. Tre anni fa mi venne l’idea di mettere il gazebo fuori. E ora, dulcis in fundo, sul retro sto costruendo una stanza con il giardino”.

“Venendo i lavoratori in pausa – spiega – il pranzo partì subito alla grande. Dopo un mesetto prese piede anche la cena. In inverno il venerdì e il sabato raggiungiamo i trentacinque coperti. Invece in estate siamo aperti tutti i giorni dal martedì alla domenica”.

“Il piatto della casa è la carne cruda – prosegue – Facciamo un misto di tartare, carpacci in vari modi e involtini di tre tipi: ricotta e tartufo, ricotta e menta, ricotta e limone. Ricette inventate da noi. Inoltre abbiamo anche la carne cotta, come la bistecca”.

“Spesso allestiamo serate per eventi – racconta il macellaio – Quando ci chiamano, mettiamo a disposizione l’aperitivo, che consiste in un piatto unico uguale per tutti, oppure una cena completa con antipasti di carne cruda e grigliata”.

“Oltre alle periodiche feste in contrada a Siena – dice ancora – straordinaria la cena che, a base di finocchiona, salsiccia e bistecca, abbiamo servito lo scorso dicembre a ben settecento persone presso la ditta Poltrone e Sofà di Faenza”.

“In occasione di “Carne al cubo” – conclude Massimo – un mese fa a Villanova d’Asti ho partecipato ad una sfida tra tre carni: fassona, chianina e angus. Portata da me, la chianina sul crudo se l’è giocata con la Fassona. Mentre sul cotto… ha sbaragliato”.

Noemi Bartalesi